Più vicino lo sconto dell'Ires per gli enti no profit. Presentato emendamento al dl semplificazioni per cancellare l'odiosa tassa

di Gabriella Lax - Addio alla "tassa sulla bontà". Era stata chiamata tassa sul volontariato, la tassa della vergogna o, ancora, patrimoniale sulla solidarietà, la norma del maxiemendamento alla legge di bilancio che aveva cancellato per gli enti no profit l'Ires agevolata, portandola dal 12% attuale al 24%.

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A discapito di 6.220 tra fondazioni, enti ospedalieri, istituti di assistenza sociale e d'istruzione senza lucro, con un esborso previsto di circa 120milioni di euro per il terzo settore.

Verso l'addio alla tassa sulla bontà

Una tassa che avrebbe voluto colpire i furbetti, coloro che fanno finto volontariato, e che, invece, avrebbe punito coloro che avevano sempre aiutato i più deboli. Tanto clamore aveva destato la scelta che lo stesso governo, da subito, si era detto pronto a fare retromarcia. Dovrebbe essere più vicino il ritorno allo sconto dell'Ires. E la soluzione potrebbe trovarsi all'interno del decreto Semplificazioni al vaglio del Senato con un emendamento sostenuto dal Governo. Marcia indietro dell'esecutivo (che per effetto delle novità della legge di bilancio era passata dal 12% al 24%) rispetto al cosiddetto "emendamento Europa" per scongiurare l'apertura di una procedura di infrazione nei confronti dell'Italia. In queste ore il confronto tra le associazioni

del Terzo settore ed il governo. Come riporta il Sole 24 Ore, il sarebbe riuscire a recuperare, attraverso l'utilizzo di uno specifico Fondo, le risorse necessarie a garantire le maggiori entrate stimate dalla manovra con il raddoppio dell'aliquota Ires: 118 milioni nel 2019 e 158 milioni per il 2020 e altrettanti per il 2021.

Tassa sulla bontà, c'è l'emendamento del Pd

Andrea Marcucci, capogruppo Pd al senato ha intanto depositato un emendamento «per cancellare l'odiosa "tassa sulla bontà"» introdotta con la legge di Bilancio. «Conte - ha aggiunto Marcucci - aveva promesso di rivederla nel primo provvedimento utile, quel provvedimento è arrivato. La maggioranza corregga l'errore, se di errore veramente si tratta, e voti l'emendamento del Pd».


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